Interventi di papa Francesco

Canale informativo del Vaticano su Whatsapp:
https://whatsapp.com/channel/0029VaNVqZUBfxoD00zjgT3d

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-10/papa-laudate-deum-testo-esortazione-apostolica-crisi-clima.html?fbclid=IwAR3kxuu1Skm3etmuklhIVaOFiD6S7RnFMDAw-pWlXGpSF-yjydrLO5ERRYE

https://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/20231004-laudate-deum.html

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-10/papa-francesco-risponde-ai-dubia-di-cinque-cardinali.html?fbclid=IwAR0qWGwsVSd8YgACYdpSWoK2_SNZhI8Xlgp0FJ6xMgBfY6mQUustWjrmsuA

(…) *La mondanità spirituale*, infatti, è pericolosa perché è un modo di vivere che *riduce la spiritualità ad apparenza*: ci porta a essere “mestieranti dello spirito”, uomini rivestiti di forme sacrali che in realtà continuano a pensare e agire secondo le mode del mondo. Ciò accade quando ci lasciamo affascinare dalle seduzioni dell’effimero, dalla mediocrità e dall’abitudinarietà, dalle tentazioni del potere e dell’influenza sociale. E, ancora, da *vanagloria e narcisismo, da intransigenze dottrinali ed estetismi liturgici*, forme e modi in cui la mondanità «si nasconde dietro apparenze di religiosità e persino di amore alla Chiesa», ma in realtà «consiste nel cercare, al posto della gloria del Signore, la gloria umana e il benessere personale» (Evangelii gaudium, 93). Come non riconoscere in tutto ciò la versione aggiornata di quel *formalismo ipocrita*, che Gesù vedeva in certe autorità religiose del tempo e che nel corso della sua vita pubblica lo fece soffrire forse più di ogni altra cosa?
La mondanità spirituale è una tentazione “gentile” e per questo ancora più insidiosa. *Si insinua infatti sapendosi nascondere bene dietro buone apparenze, addirittura dentro motivazioni “religiose”*. E, anche se la riconosciamo e la allontaniamo da noi, prima o poi si ripresenta travestita in qualche altro modo. (…)
Mi preoccupa quando ricadiamo nelle forme del clericalismo; quando, magari senza accorgercene, *diamo a vedere alla gente di essere superiori, privilegiati, collocati “in alto” e quindi separati dal resto del Popolo santo di Dio*. Come mi ha scritto una volta un bravo sacerdote, “il clericalismo è sintomo di una vita sacerdotale e laicale tentata di vivere nel ruolo e non nel vincolo reale con Dio e i fratelli”. Denota insomma una malattia che ci fa perdere la memoria del Battesimo ricevuto, lasciando sullo sfondo la nostra appartenenza al medesimo Popolo santo e portandoci a vivere l’autorità nelle *varie forme del potere*, senza più accorgerci delle doppiezze, senza umiltà ma con atteggiamenti distaccati e altezzosi. (…) *La preoccupazione, allora, si concentra sull’“io”: il proprio sostentamento, i propri bisogni, la lode ricevuta per sé stessi* invece che per la gloria di Dio. (…)
*Il clericalismo, lo sappiamo, può riguardare tutti, anche i laici e gli operatori pastorali*: si può assumere infatti “uno spirito clericale” nel portare avanti i ministeri e i carismi, vivendo la propria chiamata in modo elitario, chiudendosi nel proprio gruppo ed erigendo muri verso l’esterno, sviluppando legami possessivi nei confronti dei ruoli nella comunità, coltivando atteggiamenti boriosi e arroganti verso gli altri. E i sintomi sono proprio la perdita dello spirito della lode e della gratuità gioiosa, mentre il diavolo s’insinua alimentando la lamentela, la negatività e l’insoddisfazione cronica per ciò che non va, l’ironia che diventa cinismo. (…)
https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-08/quo-181/abbandonare-mondanita-e-clericalismo-per-farsi-servi-del-popolo.html?fbclid=IwAR04uG6JUhha9sutQvlakKDm29xaPnVQoxWGMuZFUMHkP8vqLdx-eByFbIo