Nel vasto mondo della rete *i cristiani sembrano caratterizzarsi più per aggressività e violenza che per misericordia e amore*: è una controtestimonianza di cui è necessario essere consapevoli.
di Sergio Di Benedetto – 11 marzo 2024
(…) Ciò che mi colpisce, sempre, è lo stile di moltissime persone, esplicitamente cristiane (come desiderano dichiarare, già a partire da immagini emblematiche dei propri profili: figure sacre, icone, etc), che, quando si trovano a trattare di un qualsiasi argomento, *manifestano modi, toni, posture molto aggressive, irrispettose, finanche violente*. L’ironia lascia presto spazio al sarcasmo velenoso, e poi agli epiteti poco edificanti, fino ad arrivare all’insulto (qualche volta, credo, con qualche risvolto giuridico). *Nessun ascolto, nessuna stima reciproca, nessuna benevolenza*: l’elmetto e la lancia (verbale) in resta sono quanto di più diffuso c’è nell’utente ‘cattolico’ medio e anagraficamente maturo che passa (molto) tempo nel web.
*Divisi per bande*, abbiamo sovente sostituito il dialogo pacato — anche nelle diverse sensibilità — con un violento conflitto senza tregua. Gli haters, che tanto agio trovano nel virtuale, anche e soprattutto protetti da un vile anonimato, hanno fatto scuola e hanno ormai non più discepoli, ma veri maestri nelle bolle di cattolica ispirazione.
Quello che si comunica, tra un santino e una giaculatoria (un discorso a parte meriterebbe la grammatica artistica ‘cristiana’ che rimbalza in rete), è un’accesa inimicizia, un odio sempre vivace, uno stato permanente di guerra. Nei pozzi avvelenati di Internet, nelle fosse livorose delle praterie virtuali, i cristiani sono spesso protagonisti.
Sarà allora sempre più urgente chiederci *quale spettacolo diamo da cristiani in rete*, tra social e forum, non dimenticando che esiste una dimensione del male commesso che si allarga e dilaga anche attraverso la tastiera. (…)
Il comandamento supremo, quel fondamentale “ama il prossimo tuo come te stesso”, è dimenticato e calpestato (sempre con mille giustificazioni interiori). La ‘differenza cristiana’, in rete, sembra più legata a differenziarsi in peggio che in meglio (…).
Davvero, *in rete noi cristiani sembriamo essere persone che vivono di rabbia e non di speranza e carità*. La testimonianza che offriamo è spesso una controtestimonianza, una picconata alla credibilità della fede che professiamo. *Chi non condivide le nostre idee diviene un nemico*, e non certo da ‘amare’ (Mt 5, 44), ma da combattere il più a fondo possibile, soprattutto se è un ‘cristiano da correggere’.
Infine, è interessante sottolineare come non si colga la contraddizione tra il condividere un versetto della Parola, una citazione di una santo, un’immagine ‘sacra’ e al tempo stesso entrare nei circoli viziosi dell’odio online che tutto distruggono, a partire dalla stessa persona con cui si entra in relazione. (…)
https://www.vinonuovo.it/teologia/pensare-la-fede/il-cristianesimo-e-una-religione-fondata-sullodio-social/?fbclid=IwAR37SzrrS86aJ5WQ1wkwSqJWnPAwo1CyNc__dGy4pObazEqkXcOkmL-Jw4Y