S. AMBROGIO – S. AMBROGIO OLONA
L’edificio della chiesa parrocchiale, dichiarato Monumento Nazionale, sorge nel centro della frazione di S. Ambrogio Olona.
Il suo campanile, originariamente privo di cella campanaria e cupola, altro non è che l’antica torre romana presso la quale Ambrogio, vescovo di Milano, sconfisse gli Ariani nell’Alto Medioevo.
La chiesetta – attribuibile secondo alcuni al XII secolo, secondo altri alla seconda metà del XI secolo – venne costruita presso la torre romana preesistente per soddisfare le accresciute esigenze della popolazione del tempo (200-250 abitanti), la cui dipendenza ecclesiastica da Varese diveniva pesante, anche a causa delle difficoltà nei collegamenti fra i due abitati.
L’edificio attuale sorge sul luogo dell’antichissima cappellina: la parte absidale tuttora visibile ne testimonia lo stile romanico, orientato secondo l’antica usanza da oriente a occidente e dalla forma di rettangolo perfetto, a cui si aggiunge il semicerchio dell’abside.
Nonostante la perdita nel 1890 di una buona metà della struttura originaria, si possono ancora vedere le immorsature della copertura originaria del tetto, la finestra centrale ancora intatta e le tracce di quella a nord (quella a sud, sulla piazzetta, è stata eliminata nel ‘700).
Sul fianco meridionale inoltre sono visibili, in alto, i resti di una finestra ad arco tondo, della primitiva costruzione romanica.
Affreschi e bassorilievi
Dopo studi approfonditi, nel 1949 il pittore santambrogino Luigi Daverio ha richiamato l’attenzione di critici e studiosi sul notevole complesso di affreschi interno alla chiesa.
Nella volta della cappella laterale dell’antica parrocchiale, inquadrati tra stucchi di fattura barocca, sono stati svelati dipinti attribuiti a Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, il più singolare artista del Seicento lombardo, le cui opere sono ammirate anche nella Basilica di S. Vittore di Varese, nella settima cappella del Sacro Monte, nel Santuario di Varallo, a Novara, Como, Piacenza.
Al centro degli affreschi è raffigurato l’Eterno Padre benedicente, attorniato dalla colomba simbolo dello Spirito Santo e da pannelli con gruppi di angeli musicanti di mirabile fattura.
Dopo attenti studi, anche la bellissima Madonna dipinta su tavola da anni riposta nel coro, ha ritrovato l’antico splendore: essa è dovuta al valente pennello di Carlo Francesco Nuvolone (1608-1661), il maggior esponente di una famiglia di noti pittori, discepolo di Giulio Cesare Procaccini.
Celebri i suoi dipinti e ricercatissime le sue Madonne che, ricche di grazia e di soavità, si avvicinavano moltissimo allo stile del Veronese e del Murillo.
Tutti gli studi critici e le attribuzioni sono state pienamente confermate dalla professoressa Eva Tea, docente di storia delle Arti all’Accademia di Brera e all’Università Cattolica di Milano, nel corso di un sopralluogo eseguito a brillante coronamento del lungo e paziente lavoro compiuto dal Daverio.
La chiesa parrocchiale di S. Ambrogio si onora, inoltre, anche di due notevoli bassorilievi che un parrocchiano, lo scultore Angelo Frattini, eseguì agli inizi della sua felice carriera artistica.
Essi sono in opera nelle lunette sopra le porte che dall’altare maggiore introducono in sacrestia e alla Grotta di Lourdes, e raffigurano La Speranza e La Fede.
Il paese di Sant’Ambrogio Olona è stato elevato a Parrocchia nel 1568 e il primo Parroco fu Don Bernardino Caravati che governò la vita della Parrocchia sino al 1571.
A lui seguirono altri 21 parroci.
Il 7 dicembre 1880 , il Parroco di quel tempo Don Pietro Bardelli pose la prima pietra per della nuova chiesa con l’approvazione dell’Arcivescovo Mons. Luigi Nazari di Calabiana e del Prevosto di Varese Don Costantino Branca .
Il terreno in Via Virgilio per la costruzione della nuova Parrocchiale, fu donato dalla Signora Emilia Speroni De Vincenti e il progetto della chiesa venne affidato all’Ing. Paolo Cantù.
Il 20 Dicembre 1885 il Prevosto don Costantino Branca benedisse e inaugurò la nuova chiesa, mentre la consacrazione avvenne il 18 Agosto 1931 dal Beato Cardinale Ildelfonso Schuster Arcivescovo di Milano.
La chiesa è stata decorata seguendo le tracce del famoso Pogliaghi e arricchita dell’altare maggiore su imitazione del magnifico ciborio della Basilica di S.Ambrogio in Milano.
Il tempio è ad unica navata con 8 cappelline laterali, quattro per ogni lato, e altri vani in fianco all’abside; a destra era stata ricavata una Grotta di Lourdes ora tra-sformata in cappellina invernale e a sinistra il locale sacristia con superiore dipendenza.
La facciata in stile lombardo presenta un rosone di notevole fattura tra i più belli della diocesi. Nel 1933 sotto la direzione del Parroco Don Barnaba Stucchi venne sistemato il locale adibito a sacrestia e si provvide alla dotazione di una nuova Via Crucis opera del pittore varesino Carlo Cocquio; venne rimesso a nuovo l’organo dalla Ditta Bianchi di Casciago. Lo stesso pittore Cocquio eseguì i quadri raffiguranti San Carlo e San Giuseppe nelle cappelle dei confessionali.
La Chiesa vanta due bassorilievi in legno raffiguranti “ La Speranza “ e “ La Fede “ opera dello scultore santambrogino Angelo Frattini. La facciata è tutt’oggi incompleta : mancano le statue di San Gervaso e San Protaso che dovevano essere alloggiate nelle rispettive nicchie a contorno della Statua di Sant’Ambrogio posta in cima alla facciata stessa.
È noto a tutti che la Chiesa di Sant’Ambrogio Olona è senza campanile: il vero campanile in funzione e quello vecchio adiacente all’antica parrocchiale . Le cinque campane vennero fuse il 4 luglio 1952 dalla ditta Bianchi di Varese in sostituzione di quelle preesistenti sequestrate nel 1940 a seguito degli eventi bellici. Le campane subirono il collaudo tecnico e musicale il 24 luglio e il 28 luglio venne dato un concerto trasmesso dalla Radio Italiana.
Le cinque campane sono così dedicate:
– Campana Maggiore ( della Madonna ) dedicata alla B.V.Assunta, compatrona della Parrocchia.
– Campana IV ( della Parrocchia ) dedicata al patrono S.Ambrogio
– Campana III ( delle Famiglie ) dedicata alla Sacra Famiglia
– Campana II ( dei morti ) in memoria dei defunti
– Campana I ( della gioventù ) dedicata a Gesù Bambino
Le presenti note sono ricavate da uno scritto di Mario Lodi del 1960 per il Calandari della Famiglia Bosina.