S. MASSIMILIANO KOLBE – VARESE


La meravigliosa storia della Kolbe clicca

Il restauro della statua della Madonna clicca

Ciò che oggi vediamo ha una lunga storia; la sua conoscenza è preziosa per capire e apprezzare meglio l’opera compiuta, per rinnovare l’impegno di conoscerla e migliorarla con gratitudine. La parrocchia fu canonicamente riconosciuta il 13 novembre 1983; l’approvazione civile porta la data del 6 ottobre 1986.

Dedicazione della chiesa

La predica del Cardinal Carlo Maria MARTINI, Arcivescovo di Milano, durante la Dedicazione della chiesa, avvenuta il 27 ottobre 1996:

Sia lodato Gesù Cristo! Carissimi Fedeli, Autorità, Sacerdoti di questa parrocchia, carissimo Parroco: sono lieto di ritornare fra voi dopo l’incontro intenso della visita pastorale fatta il maggio dello scorso anno; sono lieto di ritornare qui per consacrare questa bella chiesa, sul cui significato ci eravamo già intrattenuti in quella celebrazione.

Questa chiesa è un emisfero ricco di simboli, è un microcosmo di significati; questa chiesa è un motivo di gioia e di fierezza per tutti voi e per il vostro Parroco, che ha fatto con tutti voi grandi sacrifici, perchè questo evento si realizzasse: abbiamo tutti ascoltato nelle sue parole l’emozione e il gaudio perchè tanti sacrifici, tanto impegno, tanto lavoro è giunto finalmente al suo culmine. E anch’io voglio dire anzitutto ”Grazie”: grazie a tutti coloro che con la loro intelligenza, la loro capacità tecnica, il loro impegno e la loro generosità hanno contribuito a rendere possibile questo momento, a suscitare dalla terra questo luogo solenne.

E la ricchezza dei simboli evocati in questo luogo è presente nelle diverse cerimonie, nei gesti che abbiamo già compiuto e compieremo durante questa celebrazione; risulta dalle preghiere che reciterò, in particolare dalla grande preghiera consacratoria: voglio quindi limitarmi, solo per cenni, al messaggio trasmesso dalle letture, che spiega il significato di ciò che stiamo compiendo. Le tre letture che abbiamo ascoltato ci parlano del tempio di pietra che inauguriamo, ci parlano del Tempio che sono i fedeli, che siete voi; e poi del Tempio che è Gesù stesso. Anzitutto, la prima lettura, dal Libro Primo dei Re, ci parla del tempio di pietre, dell’ edificio edificato dalle mani degli uomini. Abbiamo ascoltato la preghiera di re Salomone.

Si tratta qui del più antico racconto di consacrazione che si conosca in tutta la storia umana; è una pagina biblica che giunge a noi da tremila anni di storia e che ci rappresenta l’antico stupore dell’uomo di fronte al Mistero de tempio.
L’uomo si meravigliava, si stupiva che qualcosa fatto dalle sue mani potesse essere luogo dove Dio in qualche modo dimora; e allora esclamava ed esclamiamo anche noi oggi: Dio è più grande di tutto, nulla lo può contenere, nulla è degno di Lui; non c’è nulla che possa in qualche maniera racchiuderlo: eppure Dio si è fatto vicino ai suoi servi, ha fatto alleanza con loro, mostra loro misericordia e quindi si fa vicino a chi prega nel suo tempio.

Questo Re, di tremila anni fa, prega sapendo di essere ascoltato, sapendo di poter contare su questa Presenza amica; anche noi, attratti dai simboli di questo luogo che consacriamo, sentiamo di poter contare sul mistero di una Presenza amica, di una Presenza più grande di noi, immensamente grande, incontenibile, eppure qui, pronta ad ascoltarci, vicina la nostro cammino. Ecco il tempio di pietre, inadatto a contenere la Gloria di Dio: eppure diviene luogo nel quale questa Gloria si fa amicizia nel cammino degli uomini.

La seconda lettura, invece, dalla prima lettera ai Corinti, ci parla di quel tempio che sono i fedeli, di quel tempio che siete voi, dimora del Dio vivente in cui abita lo Spirito di Dio. Voi parrocchia che vi costruite secondo un ben preciso progetto pastorale, fondato sul servizio della Parola, sulla preghiera, sui Sacramenti, sulla carità, ispirandovi all’esempio eroico di carità di S. Massimiliano Kolbe: ecco il Tempio vivo che queste mura significano, che vogliamo aiutare ad edificare; a nulla varrebbero queste mura, per quanto splendide nella loro arditezza, se non significassero una comunità viva, concreta, che si costruisce secondo un processo di crescita nella carità.
E voglio qui ringraziarvi e lodarvi, perchè non soltanto avete eretto tutti insieme, come ha detto il parroco, questo tempio, ma anche perchè state costruendo una vera e bella Comunità che io ho già avuto modo di apprezzare nei vostri Gruppi di Ascolto, nei Corsi di Cultura: lasciatevi dunque costruire come Chiesa viva, anzitutto dalla Parola del Signore che ci mette nel cuore i pensieri e le intenzioni stesse di Dio. Ecco dunque il tempio che è questo edificio, ecco il Tempio che siete voi, che vi costruite secondo un programma pastorale parrocchiale ricco di belle intuizioni, di dottrina e anche di saggezza pratica.

Infine la terza lettura ci parla del Tempio che è Gesù stesso, il Figlio di Dio vivente, Colui nel quale noi siamo chiamati ad essere figli e ad adorare il Padre. Questa terza pagina evangelica ci dice che ciò che importa sommamente, ciò che è lo scopo di tutto quanto facciamo, nell’ambito della chiesa edificio e in quanto Chiesa-Comunità, è essere in Gesù Cristo figli nel Figlio. Nella mia ultima lettera pastorale, che comprende la ”Regola di vita del Cristiano Ambrosiano”, ho cercato di esprimere, in una serie di indicazioni pratiche, che cosa vuol dire essere in Cristo; ho cercato di spiegare il significato concreto della parola di S. Ambrogio, di cui celebriamo quest’anno il XVI° centenario dalla morte, che cosa significa concretamente: ”Tutto è Cristo per me”.

Ecco dunque gli auspici che io traggo da questo momento solenne che sarà reso ancor più evidente dai gesti e dalle parole che tra poco esprimerò e pronuncerò nella cerimonia sacra.

Il primo auspicio è che questo luogo, nato per proclamare il primato di Dio, abbia sempre il suo centro nell’altare; nella messa, nell’Eucarestia. La vostra liturgia domenicale e quotidiana, frequentata ampiamente così come lo è questa liturgia, celebrata con calore, con attenzione alle persone, sia la vera proclamazione del primato di Dio e di ciò che questo tempio di pietre vuole esprimere.

E poi un secondo auspicio: questa chiesa è fatta in vista di una comunità viva di fedeli, di una città che si distingue per la verità dei rapporti tra le persone che ne fanno parte, rapporti cioè di fiducia, di perdono, di accoglienza, di carità, di collaborazione: sia la vostra comunità, in questa città, un esempio di questa comunità nuova, di questa comunità alternativa, che riesca a dare a tutti coraggio e speranza e cresca sempre così la vostra comunità nelle sue componenti, che io ho imparato ad apprezzare e stimare durante la visita pastorale: in particolare il consiglio Pastorale e l’Oratorio, il Centro di Aggregazione Giovanile, le associazioni, i Gruppi ecclesiali e tutte le numerose proposte per la nascita e la crescita della fede che questa parrocchia esemplarmente offre.

Auguro infine che questa consacrazione di uno splendido edificio apra anche la strada per quella speciale consacrazione di alcune persone che il Vescovo fa nell’ordinazione diaconale, presbiterale e nelle consacrazioni religiose: da questa comunità, ecco il mio ultimo auspicio e augurio, nascano anche numerose vocazioni di speciale consacrazione della Chiesa di Dio. Che il fuoco di S. Massimiliano Kolbe, che l’eroismo della sua carità, faccia balenare nella mente e nel cuore di molti giovani e ragazze il desiderio ed il coraggio di offrire la propria vita per il servizio del Regno. Sarà questo il frutto più bello di questa solenne proclamazione.

N.B. Le letture commentate dal Cardinale sono
1 Re 8,22-30; 1 Cor 3,9-17; Mt 16,14-21